Una cosa piccola che sta per esplodere

Proseguire con Una cosa piccola che sta per esplodere è un po' come tornare indietro, in un percorso che riparte e si ferma all'età dell'adolescenza.

Un'immagine, più di tutte mi ha riportato indietro, alla mia di adolescenza:

Allora io chiudevo gli occhi e mi concentravo sui rumori. Gli descrivevo il suono del torrente e quanto pensavo che fosse lontano, il fruscio di una lucertola che si nascondeva ai miei piedi, il latrato di un cane in campeggio, una macchina sulla statale.
E dentro l'odore acre del bosco potevo sentire quello aspro dei mirtilli, quello dolce della resina, quello marcio delle foglie cadute, quello acre di un fuoco acceso da qualche parte. Era da lì che si cominciava. 

Fil rouge della raccolta è l'incertezza di un'età di mezzo: non un personaggio che matura attraverso le protagoniste di racconti diversi, ma tanti personaggi che rappresentano l'età in cui tutto si complica per il fatto stesso di accadere.

La scrittura appare più debole e meno incisiva rispetto ai racconti più maturi, ma non riesce a penalizzare ciò che più mi colpisce di questa raccolta e che, nonostante gli sforzi per trovare una formula più felice, riesco a esprimere solo attraverso il concetto di lirismo corale.

Non mi piacciono le etichette, ma questo è l'unico modo per descrivere quella sensazione di identificazione ancestrale con ognuno dei personaggi, forse perché, come già in Sofia, rimangono i dejavus comuni a quella generazione mai identificata e che ha passato il confine tra infanzia ed età adulta a cavallo fra anni Ottanta e Novanta.

I soggetti toccano tutti i temi che ci hanno toccato almeno una volta da adulti-bambini: dai problemi alimentari di Margherita (Pelleossa), alle consapevolezze di Diego sul fatto che "questa vita non è stata già vissuta." e che "Le cose che devono succedere non sono ancora successe” (Meccanica del motore a due tempi), dall'ossessione di trovare un finale alla storia di Mina, cresciuta senza padre nel racconto La figlia del giocatore, alla coscienza critica di Pietro che in La stagione delle piogge analizza in modo chirurgico la fine del matrimonio dei genitori.
Chiude la raccolta il ritratto attento e suggestivo che Anita in Tutte le cose che non so di lei.

Leggetelo. Cercatela e troverete anche voi la "vostra" immagine adolescenziale. E' a quel punto che potrete compiacervi di quella amara e dolce sensazione che alcuni, i più banali, sono soliti chiamare nostalgia.

Commenti