Glitch: quando l'arte interferisce con il cinema

Ha aperto da più di un mese e continuerà fino al 6 gennaio al PAC l'esperimento a cura di Davide Giannella, Glitch, Interferenze tra arte e cinema in Italia.

Difficile chiamarlo percorso espositivo, eppure i presupposti ci sono tutti: dalle Alterazioni video a Paolo Gioli, da Armin Linke al mio adorato Adrian Paci. La sede è una delle più suggestive di Milano, tra le poche in grado di concentrare ogni racconto in un numero molto ristretto di sale, ma dal forte respiro, con quell'aria che isola l'opera fino a crearne il nulla attorno.

Questa volta però l'esperimento va oltre: non un monografico, ma il tentativo di esprimere un concetto tanto caro all'arte contemporanea, concepita in ogni sua forma ed espressione, quello di contaminatio.

La volontà dichiarata da questa mostra, però, non si limita alla semplice selezione di opere filmiche in bilico tra performance video e corto o medio metraggio, ma mira al racconto di storie leggibili in percorsi indipendenti e autonomi, che aspirano però a un'assimilazione generale.

Protagonista è il concetto stesso di narrazione, inteso come strumento per la trasmissione di storie personali che si fanno collettive e che formalmente non sono riconducibili né al modello di videoarte né a quello del cinema sperimentale.
Sulla carta quindi la mission è molto chiara, ma il racconto che si sviluppa realmente nelle 3 sale adibite alle proiezioni si fa confuso.

Le opere, infatti, si alternano in una programmazione settimanale che risulta poco definita in termini di selezione e in cui troppo viene lasciato alle analisi dello spettatore, per cui è difficile leggere una storia collettiva che fa seguire a lavori horror di 60 minuti (Killer Shrimp di Piero Giola) storie conclusive di trilogie di cui vediamo solo il lavoro finale (Mio fratello Yang di Massimiliano e Gianluca De Serio).
Electric Blue, Adrian Paci


Se l'esperimento del racconto orizzontale pecca nel processo di  analisi e sintesi, in cui non sono chiari i criteri di aggregazione delle opere nelle diverse sale e lungo tutto il percorso, sono però assolutamente da non perdere i lavori Electric Blue di Adrian Paci, Anonimatografie di Paolo Gioli e Techno casa 
di Riccardo Benassi.
Anonimatografie, Paolo Gioli

Un consiglio: optare per l'abbonamento alla mostra. Con soli 10 euro è possibile vedere tutte le opere in programmazione e avere più strumenti di valutazione e lettura.

Info e dettagli

Glitch. Interferenze tra arte e cinema
11/10/2014 - 6/1/2015
www.pacmilano.it












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